Definizione, nascita e storia della Bioenergetica
Lowen, lei non sta respirando."
A questa frase significativa si fa risalire la nascita della Bioenergetica, da parte di Alexander Lowen, allievo di Reich. Lowen si sentì apostrofare in tal modo da colui che diventerà poi il suo maestro. Col tempo se ne distaccherà per fondare –negli anni cinquanta- l’Istituto di Analisi Bioenergetica di New York.
Alexander Lowen
La Bioenergetica non è una teoria esoterica o orientale
Con una forte matrice psicodinamica e concreta, perché centrata sul corpo, indipendente da influenze del pensiero orientale e transcendente, la B. è una terapia a base corporea che si basa sul principio di carica e scarica dell’energia. Lowen infatti individua come il benessere psicofisico si basi sulla capacità della cellula più semplice, e quindi di tutto l’organismo, di caricare energia e di scaricarla in modo fluido, secondo un principio di catarsi vitale ed appunto, energetica.
Gli esempi del cuore e dei polmoni
Un esempio classico è il funzionamento del cuore, che pompa il sangue verso l’alto e verso il basso contemporaneamente: vissuti emozionali e stato generale psicofisico fanno sì che il sangue arrivi o meno alle estremità del corpo e che la persona sviluppi la propria caratteristica storia energetica, la “tendenza caratteriale” di ciascuno di noi.
I Caratteri
Vengono individuate 5 tendenze caratteriali da Alexander Lowen oltre a contributi sulla terapia del Narcisismo (che Stephen M. Johnson considera anche come “Stile Caratteriale”, oltre a proporre un’altra tendenza, quella del Simbiotico):
Vale a dire che la persona è aiutata a seconda del tipo di circolazione dell’energia e della specifica “corazza” che vissuti emotivi e successive difese hanno creato proprio per aiutarlo a crescere. Ed oggi non sono pù attuali e provocano disagi.
Nel tempo sono state individuate tecniche di intervento per analizzare i blocchi energetici e ripristinare le condizioni di fluidità e quindi di energia, vitalità e benessere.
I due livelli di applicazione della bioenergetica
Non vi è mai capitato di andare in palestra e di annoiarvi? E non vi è mai capitato, viceversa, di andare in piscina solo per l’appagamento che c’è al termine dell’ attività fisica? Bene: questo è ciò che produce direttamente la bioenergetica, come prodotto principale e non come sotto-prodotto di un’altra attività. Quindi in modo più veloce, intenso, profondo, benefico, ri-vivificante.
Le tecniche bioenergetiche possono essere applicate in due modi:
La classe (o sessione) di esercizi di bioenergetica: da svolgere in gruppo, applica tecniche che agiscono sui rapporti con il proprio corpo e le proprie emozioni per poi spostarsi sui rapporti con i corpi e le emozioni degli altri partecipanti. Ciò sia negli esercizi singoli che nella dualità e nel gruppo. Non è una terapia ma una seduta di “ginnastica emotiva”. Praticamente è come andare in palestra ma con molta più soddisfazione. Si pratica una volta a settimana.
L’analisi bioenergetica: consiste in una consulenza individuale o in una terapia vera e propria a seconda della richiesta; di livello superiore e più efficace delle classi di esercizi, lavora con scopi clinici sull’analisi e lo sblocco dei nodi corporei ed emozionali del singolo paziente. Questa seconda modalità è compatibile e integrata con la prima come momento di maggior approfondimento.
I 5 tipi di intervento bioenergetico
Ma come agiscono le tecniche bioenergetiche? Che caratteristiche hanno? E perché producono proprio quegli effetti benefici? Vediamo: le tecniche bioenergetiche hanno “mezzi” terapeutici per ottenere gli scopi suddetti, quali ad esempio:
“utilizzo degli esercizi che mi portano ad un maggior radicamento sulle mie gambe, ad un miglior equilibrio, con sempre più simmetria ed elasticità;
così facendo mi rendo conto che miglioro la mia respirazione, che blocco di meno il mio respiro e lo slancio vitale, che porto l’aria e l’energia più in profondità in parti sempre più estese del mio corpo, tanto da sentirmi pieno e profondo nel respiro; ciò facilita l’espressione delle mie emozioni reali, con maggior fluidità e voglia di esprimerle, così come le sento;
nel corso degli esercizi, sperimento una condizione nuova per me: alcune vibrazioni sempre più presenti ed estese mi permettono di lasciar andare il corpo ad ondate sempre più vitali e fluide di energia. “
A questa frase significativa si fa risalire la nascita della Bioenergetica, da parte di Alexander Lowen, allievo di Reich. Lowen si sentì apostrofare in tal modo da colui che diventerà poi il suo maestro. Col tempo se ne distaccherà per fondare –negli anni cinquanta- l’Istituto di Analisi Bioenergetica di New York.
Alexander Lowen
La Bioenergetica non è una teoria esoterica o orientale
Con una forte matrice psicodinamica e concreta, perché centrata sul corpo, indipendente da influenze del pensiero orientale e transcendente, la B. è una terapia a base corporea che si basa sul principio di carica e scarica dell’energia. Lowen infatti individua come il benessere psicofisico si basi sulla capacità della cellula più semplice, e quindi di tutto l’organismo, di caricare energia e di scaricarla in modo fluido, secondo un principio di catarsi vitale ed appunto, energetica.
Gli esempi del cuore e dei polmoni
Un esempio classico è il funzionamento del cuore, che pompa il sangue verso l’alto e verso il basso contemporaneamente: vissuti emozionali e stato generale psicofisico fanno sì che il sangue arrivi o meno alle estremità del corpo e che la persona sviluppi la propria caratteristica storia energetica, la “tendenza caratteriale” di ciascuno di noi.
I Caratteri
Vengono individuate 5 tendenze caratteriali da Alexander Lowen oltre a contributi sulla terapia del Narcisismo (che Stephen M. Johnson considera anche come “Stile Caratteriale”, oltre a proporre un’altra tendenza, quella del Simbiotico):
- Mentale
- Orale
- Simbiotico
- Sottomesso
- Narcisista
- Dominante
- Rigido
Vale a dire che la persona è aiutata a seconda del tipo di circolazione dell’energia e della specifica “corazza” che vissuti emotivi e successive difese hanno creato proprio per aiutarlo a crescere. Ed oggi non sono pù attuali e provocano disagi.
Nel tempo sono state individuate tecniche di intervento per analizzare i blocchi energetici e ripristinare le condizioni di fluidità e quindi di energia, vitalità e benessere.
I due livelli di applicazione della bioenergetica
Non vi è mai capitato di andare in palestra e di annoiarvi? E non vi è mai capitato, viceversa, di andare in piscina solo per l’appagamento che c’è al termine dell’ attività fisica? Bene: questo è ciò che produce direttamente la bioenergetica, come prodotto principale e non come sotto-prodotto di un’altra attività. Quindi in modo più veloce, intenso, profondo, benefico, ri-vivificante.
Le tecniche bioenergetiche possono essere applicate in due modi:
La classe (o sessione) di esercizi di bioenergetica: da svolgere in gruppo, applica tecniche che agiscono sui rapporti con il proprio corpo e le proprie emozioni per poi spostarsi sui rapporti con i corpi e le emozioni degli altri partecipanti. Ciò sia negli esercizi singoli che nella dualità e nel gruppo. Non è una terapia ma una seduta di “ginnastica emotiva”. Praticamente è come andare in palestra ma con molta più soddisfazione. Si pratica una volta a settimana.
L’analisi bioenergetica: consiste in una consulenza individuale o in una terapia vera e propria a seconda della richiesta; di livello superiore e più efficace delle classi di esercizi, lavora con scopi clinici sull’analisi e lo sblocco dei nodi corporei ed emozionali del singolo paziente. Questa seconda modalità è compatibile e integrata con la prima come momento di maggior approfondimento.
I 5 tipi di intervento bioenergetico
Ma come agiscono le tecniche bioenergetiche? Che caratteristiche hanno? E perché producono proprio quegli effetti benefici? Vediamo: le tecniche bioenergetiche hanno “mezzi” terapeutici per ottenere gli scopi suddetti, quali ad esempio:
- Radicamento
- Respirazione
- Emozioni
- Vibrazioni
- Autoregolazione /Autoconsapevolezza
“utilizzo degli esercizi che mi portano ad un maggior radicamento sulle mie gambe, ad un miglior equilibrio, con sempre più simmetria ed elasticità;
così facendo mi rendo conto che miglioro la mia respirazione, che blocco di meno il mio respiro e lo slancio vitale, che porto l’aria e l’energia più in profondità in parti sempre più estese del mio corpo, tanto da sentirmi pieno e profondo nel respiro; ciò facilita l’espressione delle mie emozioni reali, con maggior fluidità e voglia di esprimerle, così come le sento;
nel corso degli esercizi, sperimento una condizione nuova per me: alcune vibrazioni sempre più presenti ed estese mi permettono di lasciar andare il corpo ad ondate sempre più vitali e fluide di energia. “